Gustare la Tuscia: i fagioli in greppa

 

I Fagioli in Greppa: Un Assaggio Autentico della Tradizione Gastronomica Viterbese 

Turismo e Cultura nell'Alto Lazio edizione 2025, tornano gli show cooking con giornalisti e blogger organizzati dalla Camera di Commercio Rieti Viterbo in collaborazione con la sua Azienda speciale Centro Italia che hanno come obiettivo la promozione delle eccellenze enogastronomiche e turistiche del territorio. Quattro sono appuntamenti in diretta che si terranno in queste date: 1-8-15 aprile e 6 maggio 2025. Questa ricetta è stata preparata martedì 15 aprile 2025 insieme allo chef  Marco Ceccobelli del ristorante "Agriristorante Il Casaletto" Str. Grottana n.9 Grotte Santo Stefano (Viterbo). 

Cari amici appassionati di sapori antichi e di storie culinarie che profumano di terra e di genuinità, oggi ci immergiamo nel cuore della tradizione gastronomica del Viterbese per scoprire un piatto che racchiude in sé l'essenza della cucina popolare: i Fagioli in Greppa.

Questo nome così particolare, "in greppa", ci riporta indietro nel tempo, a una cucina semplice ma ingegnosa, dove l'ingrediente principe, il fagiolo, veniva declinato in mille modi per nutrire le famiglie contadine. Un tempo, infatti, con questa espressione si indicavano tutte quelle preparazioni a base di fagioli, condite con gli ingredienti più disparati che la dispensa offriva, e servite in un modo tanto pratico quanto evocativo.

Tenuta Presidenziale di Castelporziano - il Museo storico


 Un Patrimonio Storico e Culturale Millenario:

Oltre alla sua ricchezza naturale, Castelporziano custodisce un patrimonio storico e culturale di inestimabile valore, testimoniato dai suoi musei e dalle vestigia del passato:

  • Il Museo Storico: Situato all'interno del castello, questo museo offre un affascinante viaggio attraverso le vite di coloro che hanno vissuto e frequentato la tenuta, dalle famiglie nobiliari ai reali d'Italia e ai Presidenti della Repubblica. Arredi d'epoca, documenti storici, fotografie e collezioni artistiche raccontano secoli di storia italiana.
  • Il Museo Storico Archeologico: Questo spazio espositivo custodisce i reperti archeologici rinvenuti all'interno della tenuta, testimoniando la presenza umana fin dalla preistoria. Utensili in pietra, resti di ville romane, ceramiche medievali e altri manufatti svelano le antiche origini di questo territorio.
  • Il Piano Nobile del Castello: Le sontuose sale del piano nobile, con i loro arredi sfarzosi, gli affreschi, le collezioni d'arte e le preziose porcellane, offrono uno spaccato della vita di corte e delle attività di rappresentanza che si svolgevano in passato.
  • Vestigia Antiche: All'interno della tenuta si possono ancora scorgere tracce di antiche ville romane, necropoli e altre testimonianze del passato, immerse nel paesaggio naturale.

Gustare la Tuscia: pane fritto o pancristiano


Turismo e Cultura nell'Alto Lazio edizione 2025, tornano gli show cooking con giornalisti e blogger organizzati dalla Camera di Commercio Rieti Viterbo in collaborazione con la sua Azienda speciale Centro Italia che hanno come obiettivo la promozione delle eccellenze enogastronomiche e turistiche del territorio. Quattro sono appuntamenti in diretta che si terranno in queste date: 1-8-15 aprile e 6 maggio 2025.

L'arte del riciclo goloso che conquista sempre, abbiamo preparato questa ricetta insieme allo chef Felice Arletti del ristorante "Il calice e la stella" Piazza Garibaldi n.9 Canepina (Viterbo).

Amanti del buon cibo e della cucina sostenibile, questo post è per voi! Oggi celebriamo un piatto che incarna perfettamente l'arte del non sprecare e la capacità di trasformare ingredienti semplici in qualcosa di straordinario: il pane fritto, conosciuto anche come pancristiano.

In un'epoca in cui l'attenzione alla riduzione degli sprechi alimentari è sempre più importante, il pane fritto si riscopre come un'idea geniale e incredibilmente gustosa. Chi l'avrebbe mai detto che quel pane un po' "triste" dimenticato nel cestino potesse rinascere a nuova vita in una nuvola croccante e dorata?

Che lo si chiami pane fritto o pancristiano, poco importa. Ciò che conta è la sua anima popolare, la sua capacità di unire le tavole con un sapore semplice ma appagante. È un piatto che sa di casa, di nonne che non buttavano via nulla e che con pochi gesti creavano merende o contorni sfiziosi. Il concetto è lo stesso: recuperare il pane raffermo e trasformarlo in qualcosa di incredibilmente goloso. Un'usanza antica, dettata dalla necessità di non sprecare nulla, ma che si è evoluta in un vero e proprio comfort food.