Basilica di Santa Francesca Romana

 

“Il restauro della speranza”.

Completato l’intervento di restauro al soffitto ligneo

della Basilica di Santa Francesca Romana

 

Ad un anno esatto di distanza dal lockdown che ha fermato ogni attività in Italia, il Fondo Edifici per il Culto, la Comunità Benedettina Olivetana e il Parco archeologico del Colosseo hanno concluso il delicato intervento di restauro al soffitto ligneo della Basilica di Santa Francesca Romana.

L’intervento è arricchito dalla pubblicazione di un volume di studi "Santa Francesca Romana. Il restauro della speranza", curato da Alfonsina Russo, Cristina Collettini e Alessandro Lugari ed edito da Gangemi editore. Il volume raccoglie l’esperienza vissuta negli ultimi mesi a contatto con lo straordinario patrimonio storico artistico della Basilica dedicata alla Santa, co-patrona di Roma, protettrice delle automobili, celebrata il 9 marzo. La chiesa dal 1608 assume il nome di Santa Francesca Romana, proprio a seguito della canonizzazione di Francesca de Ponziani, nobildonna romana che tanto era stata d’aiuto e conforto al popolo romano durante la peste del 1413 e che oggi è anche la Santa romana protettrice dalle epidemie.

In occasione di questa ricorrenza tanto simbolica, il PArCo propone sul proprio canale Youtube il video-racconto del restauro, con i protagonisti coinvolti nel lavoro.

 

"Ancora una volta è la Cultura nelle sue declinazioni a restituire la speranza di una ripartenza e rinascita per tutti. Il restauro del soffitto ligneo è uno straordinario esempio di condivisione e collaborazione tra Enti" – dichiara Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo e prosegue “E siamo orgogliosi, grazie alla collaborazione del Fondo Edifici per il Culto e della Comunità Benedettina Olivetana, di essere riusciti a concluderlo in tempo per  il giorno intitolato alla Santa”.

 

La Basilica di Santa Francesca Romana come la vediamo oggi è la trasformazione barocca della chiesa Paleocristiana di Santa Maria Nova fatta erigere da Leone IV nell’ 847 per assegnarle il titolo cardinalizio che era della chiesa di Santa Maria Antiqua distrutta da un terremoto. La chiesa e l’annesso monastero si innestano sul podio del tempio romano di Venere e Roma, il più grande dell’antichità fatto erigere da Adriano nel 135.

 

Il soffitto seicentesco a cassettoni lignei della chiesa è uno dei più complessi e affascinanti tra quelli del centro storico di Roma. Realizzato su progetto di Carlo Lambardi secondo l’iconografia proposta dal Cardinale Emilio Sfrondati, presenta una ripartizione in lacunari fortemente decorata nella cui fascia centrale spiccano tre gruppi scultorei lignei: quello verso l’altare rappresenta Santa Francesca Romana con l’angelo, quello centrale la Vergine con le Sante Agnese e Cecilia, quello in prossimità dell’altare San Benedetto. All’ordine dei Benedettini infatti appartengono i monaci della congregazione di Monte Oliveto Maggiore che dal XIV secolo risiedono in questo complesso passato in proprietà al Ministero dell’Interno-Fondo Edifici di Culto.

 

L’intervento di messa in sicurezza e restauro del sottotetto e del controsoffitto a lacunari è stato avviato nell’estate 2020 dopo la segnalazione di alcuni frammenti pittorici caduti a terra. Le infiltrazioni d’acqua degli anni passati avevano imbibito le strutture lignee compromettendo gli apparati decorativi e il sistema di tenuta. Solo dopo aver assicurato la tenuta della struttura e ripristinato la coesione delle orditure, i restauratori hanno eseguito il restauro delle superfici decorate e dei gruppi scultorei provvedendo alla riadesione della pellicola pittorica e delle dorature in foglia d’oro, colmando le mancanze, riallineando cromaticamente le lacune, nel pieno rispetto dei principi del restauro modernamente inteso: riconoscibilità, reversibilità, minimo intervento, autenticità.

 


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