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Donna Camilla Savelli Hotel


Il Donna Camilla Savelli è un antico convento del ‘600, realizzato in onore della Duchessa Savelli, nobildonna romana sposa di Pier Francesco Farnese, si trova a Trastevere, in uno dei posti più belli di Roma, proprio dietro al Gianicolo, in un angolo che sembra quasi segreto, per la grande quiete che c'è qui, in questo angolo di Trastevere così riservato.
L'hotel ha riaperto ai suoi ospiti con le prenotazioni ed è tornato a risplendere anche il ristorante interno "il Ferro e il Fuoco" che per questa estate offre una cucina con un menù di impronta rinascimentale.
L'hotel ed il ristorante adottano tutti i protocolli in tema di prevenzione e sanificazione degli ambienti.
Questo hotel fa pare della catena Lifestyle di VOIhotels, il brand dell’hotellerie di lusso del Gruppo Alpitour che ospita i suoi hotels in dimore storiche o comunque molto prestigiose.

“La riapertura del Donna Camilla Savelli dopo l’emergenza – afferma Paolo Terrinoni, Amministratore Delegato di VOIhotels – è un segno emblematico per la nostra catena che possiede 18 strutture in tutto il mondo, realizza un fatturato di 110 milioni l’anno e impegna 1.500 dipendenti. Il Donna Camilla è stata la prima struttura della collezione Lifestyle e rappresenta l’avvio di un progetto ambizioso che ha come proposizione principale la volontà di celebrare ed esportare la bellezza italiana, esaltando storia, tradizioni e luoghi iconici del nostro Paese: tutti ingredienti armoniosamente custoditi nell’anima anche di questo hotel.”
Questo hotel per il suo grande prestigio infatti è stato più volte premiato ai World Travel Awards con il prestigioso riconoscimento Italy’s Leading Lifestyle Hotel, ha ospitato alcune riprese del film To Rome with love di Woody Allen ed  è stato insignito nel 2019 come miglior albergo della Capitale nel programma “4 Hotel” di Bruno Barbieri.
L'hotel, ristrutturato più volte, ha mantenuto però la sua originaria entità pur inserendo comfort e modernità nelle sue 99 camere dando così la possibilità agli ospiti che scelgono di alloggiare qui di vivere questa meravigliosa città da una delle più antiche e pittoresche zone di Roma.
Nel 2018 qui è stato inaugurato il ristorante "il Ferro e il Fuoco" ispirato ad atmosfere rinascimentali,  la mise en place è arricchita con dettagli di Mario Luca Giusti, artista fiorentino, nonché figura di spicco dell’interior design italiano che espone al Metropolitan di New York.

Durante la bella stagione il ristorante viene trasferito nello splendido giardino agrumeto interno, un chiostro immerso nella vegetazione che accoglierà sia gli ospiti dell’hotel, sia agli esterni che vogliono godere di un’esperienza gourmet e qui troveranno diverse possibilità: dall’aperitivo sensoriale contenuto nel The Box, al brunch domenicale, dal menù à la carte, a quello rinascimentale che propone piatti storici rivisitati in chiave moderna. 
Le ricette proposte nel ristorante sono reinterpretate dallo chef Emidio Gennaro Ferro, originario di Salerno, arriva a Roma nel 2006 per perfezionare la sua arte culinaria sotto la guida dello Chef Luca Pavia. La sua cucina spazia da piatti tra storia e innovazione, in una continua ricerca che trova la sua più alta espressione nella tradizione.

Per regalare un’esperienza quanto più coinvolgente a livello di gusto, olfatto e vista, la Direttrice dell’hotel, Elena Prandelli, ha condotto una ricerca parte del quale presso la biblioteca Casanatense che raccoglie antichi manoscritti risalenti al 1400, si è infatti per il nuovo menù rinascimentale si è ispirata alle ricette di Martino da Como, il più importante cuoco europeo del 15° secolo che si fece conoscere per le sue doti culinarie, pose anche le basi della gastronomia moderna, nei suoi piatti vi erano zucchero e spezie, ingredienti di pregio, dai sapori forti e particolari. Le nuove ricette rinascimentali inserite nel menù estivo sono fresche ma anche aromatiche, simili alla tradizione con delle note moderne. Questo nuovo menù completa il volto dell’hotel, più simile a un museo che un albergo.
L'hotel è dotato di una splendida terrazza con vista mozzafiato su Trastevere e tutta Roma, in particolare si possono ammirare le cupole delle chiese ed i più importanti monumenti capitolini fino ad arrivare all'Altare della Patria.

Da non perdere la visita ai sotterranei nell'antica grotta romana, risalente al I secolo AC, probabilmente era il tiepidarium degli antichi bagni. Utilizzata dai romani durante la seconda guerra mondiale come rifugio i quali venivano accuditi dalle suore del convento che davano loro viveri della loro cucina.
All'interno dell'hotel vi sono diverse sale che possono ospitare fino a 150 persone. Degna di nota per la sua eleganza la Gran Sala Borromini, ricavata dall'antico refettorio, di elevata importanza storica grazie ai dipinti risalenti al Rinascimento ed al Barocco.

La sua posizione è strategica, infatti anche a piedi si possono raggiungere diversi punti importanti di Roma, dal Vaticano (2 km circa con 27 minuti a piedi), al Pantheon (1,7 km con 22 minuti a piedi), Piazza di Spagna (meno di 3 chilometri con 35 minuti a piedi), Colosseo (meno di 3 chilometri con 36 minuti a piedi), Gianicolo (750 metri con 12 minuti a piedi), Fontana di Trevi (2,4 km con 40 minuti a piedi).

Il menù degustazione:
Aperitivo di benvenuto:
sciroppo di rose, salvia fritta, frittelle di fiori di sambuco, crostini di pinoli e prosciutto.

Antipasto: sformato di melanzane con battuto di menta, erba pimpinella, cannella, fiori di garofano, provatura e spolverata di zucchero (si lasciavano le melanzane in acqua con zucchero e sale, poi venivano cotte al vapore e infarinate, la stratificazione avveniva con la provatura, da questa ricetta, poi arrivò la parmigiana).

Primo piatto: tortelli in tempo di carne con gengiovio (zenzero), zafferano, chiodi di garofano e parmigiano (il ripieno era di carne di maiale e di pollo cotto nel brodo, venivano aggiunti anche il cacio, i chiodi di garofano e lo zafferano. Il tempo di cottura era di "Pater Noster". A fine cottura si aggiungeva il parmigiano.

Secondo piatto: rombo à la mostarda con purea di fare, gamarello (gambero), mandorle e salsa all'aceto: una volta cotto lentamente il pesce a vapore, si preparava il condimento da spalmare sopra con pane ammorbidito nell'aceto, senape e mandorle pelate).

Dessert: torta di cesare con ricotta, acqua di rose, cannella e zenzero (la ricetta originale prevedeva il cacio sia fresco che stagionato e le spezie, qui lo chef ha rivisitato la ricetta mettendo invece la ricotta di pecora, viene accompagnata con una salsa di acqua di rose e vaniglia).


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